Massimo Bessone

Assessore all'Edilizia pubblica, Patrimonio, Libro fondiario e Catasto

I miei racconti

Cattivo? O, semplicemente, ignorante?

Oggi mi voglio soffermare a raccontarvi un episodio che mi è accaduto, perché se vogliamo cambiare le cose, dobbiamo analizzarle, parlarne, spiegarle. Perché, nell’arco di una vita un uomo commette tanti sbagli, taluni consapevolmente, altri inconsapevolmente. Magari conoscere, sapere, aiuta!?

Venerdì, con un gruppo di persone siamo andati a mangiare una pizza. Io sono salito in una macchina con alla guida una mamma e a bordo il proprio figlio con disabilità. Arrivati davanti alla pizzeria abbiamo avuto la fortuna di trovare l’unico parcheggio libero, quello per disabili. Per la disposizione di strada e parcheggio occupare quel posto era un po’ complicato, soprattutto perché quasi al limitare della striscia gialla c’era una moto parcheggiata che rendeva difficile l’ingresso a qualsiasi guidatore e, una volta parcheggiato, rendeva impossibile l’uscita dall’auto a chiunque, figuriamoci ad una persona con disabilità! Abbiamo provato dunque a parcheggiare, io sono sceso dalla macchina con l’intenzione di provare a spostare la moto un po’ più a sinistra per poter far entrare la macchina e consentire poi alla signora di aprire lo sportello e prendere in braccio suo figlio e accomodarlo sulla sedia a rotelle. Non mi sono fidato, però, di toccare la moto di altri, anche perché mi sembrava pesante e sicuramente avrà avuto il blocca-sterzo.

In quel momento mi sono girato, e reso conto che alle mie spalle, a non più di quattro metri c’era il bar della pizzeria dove due signori seduti ad un tavolo mi guardavano con attenzione, ma indifferenti alle difficoltà della donna nel entrare nel parcheggio. Li ho guardati e ho esclamato: “Scusate, la moto è vostra?” Un omone, non più giovane, muscoloso e tatuato si è alzato, mi è venuto vicino e con il fare arrogante mi ha detto: “Sì, perché?”. La spiegazione sarebbe stata superflua, visto che stava assistendo alla scena, ma visto che l’educazione, la pazienza e la gentilezza del Bessone sono senza fine, gli ho chiesto, con garbo, di poter spostare il suo mezzo di qualche metro. Lui mi si è avvicinato, mi ha guardato e con arroganza mi ha detto: “Guarda che questo posto è per handicappati”, poi ha sorriso e continuato “e voi, siete per caso handicappati?” Era sera, ero stanco, faceva molto caldo e ero nervoso per altro, l’ho guardato negli occhi e ho risposto: “No, non siamo handicappati, la signora in macchina ha un figlio con disabilità, handicappato è chi ha parcheggiato la moto a due centimetri dalla striscia gialla di un parcheggio per disabili!” l signore mi ha guardato male, ma ha preso la moto e se ne è andato.

Noi abbiamo parcheggiato, siamo entrati in pizzeria, io con l’amaro in bocca per l’ignoranza di quello che a me pareva essere stato solo un episodio, ma la mamma del ragazzo mi ha detto: “Tranquillo, non rovinarti la serata, se hai un figlio disabile queste cose sono all’ordine del giorno!”

Ecco, questo è lo sbaglio!!! Queste cose non devono essere all’ ordine del giorno!

L’ignoranza di talune persone non sarò io, né voi a cambiarla, ma sono convinto che chiunque mi stia leggendo, la prossima volta che parcheggerà una macchina, una moto o una bicicletta vicino ad un parcheggio per disabili starà attento a tenere la giusta distanza, perché due secondi “persi” a pensare, possono migliorare la vita degli altri, magari quella di una mamma che combatte!

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