Quel modo diverso di guardare il mondo
In un venerdì sera di fine estate, mi reco in zona Firmian a Bolzano. Entro in una sala per assistere alla presentazione di un libro “Sentimenti diversi”. Un’opera scritta ed illustrata da alcune ragazze affette da disturbi dello spettro autistico. Mi siedo in un posto a me riservato, incrocio qualche sguardo; qualche viso mi è noto, altri meno. Sorrido, mi sorridono. Dopo pochi minuti la presentazione inizia. Presto vengo nominato e mi viene chiesto di fare un saluto nella mia veste di politico e, sono certo lo si noti da quanto fatto in questi anni, di persona che usa la sua professione per fare qualcosa di concreto per chi ha davvero bisogno. Mi alzo dalla sedia, salgo sul palco, mi giro verso il pubblico, alzo lo sguardo e dinnanzi a me ho tanta gente, al mio fianco alcune ragazze speciali in attesa di presentare il loro libro. Afferro il microfono, saluto in italiano e tedesco poi guardo il pubblico e sorrido. Mi interrogo ed interrogo chi mi ascolta.
“Vi ho salutato e sorriso. Un fare normale” direte voi!? Forse?! Normale senz’altro, ma né giusto, né sbagliato! Questo è uno standard che ci siamo imposti noi normodotati. Ed allora continuo: ” Se io vi avessi incontrato per strada, i nostri occhi si sarebbero incrociati, io vi avrei sorriso, forse mi sarei fermato a stringervi la mano e a chiacchierare un po’!? È normale? È il giusto comportamento!? Forse sì, forse no! Non è giusto, non è sbagliato, è lo standard, è sempre il modo che ci siamo dati noi! Ma tutto ciò per alcune persone, forse proprio per quelle al mio fianco potrebbe non essere un fare naturale!? Nella vita non c’è un comportamento corretto, esistono dei criteri comportamentali che noi abbiamo fissato. Ai quali, volenti o nolenti, tutti devono sottostare. Immaginate dunque quanto sia difficile per una persona affetta da disturbi dello spettro autistico convivere quotidianamente con un comportamento che fatica a concepire, il nostro “canone normale”, al quale, con grande fatica, deve quotidianamente sottostare!? E, questo è solo un esempio delle mille difficoltà che l’autismo porta con sé! Chi è affetto da questo disturbo, non è malato, è semplicemente diverso.”
Che ben vengano dunque serate come quella di ieri, che si spieghi alla gente cos’è l’autismo. Lo si faccia sempre, lo si spieghi nelle scuole, nelle piazze e perché no?! Nelle chiese! Ovunque!
Conoscere, capire, rispettare!
Alla fine ho comprato il libro e mi sono fatto pure fare una dedica dalle autrici. Un libro di favole che leggerò alla mia nipotina. Un libro che, con i ricavi delle vendite, permette di dare un piccolo aiuto ad un’associazione di mamme “Incontriamoci APS”, che hanno saputo trasformare una loro difficoltà in una fortuna per tante altre mamme con lo stesso problema! Brave!