Massimo Bessone

Assessore all'Edilizia pubblica, Patrimonio, Libro fondiario e Catasto

Politica

L’editoriale del quotidiano Tageszeitung: Der Enttäuschte – il deluso

Alle elezioni ci sono sempre brillanti vincitori e una moltitudine di perdenti delusi.  È nella natura delle cose che ci siano più perdenti che vincitori, perché ci sono solo 35 posti per 488 candidati, ma molti candidati sono ancora molto delusi perché hanno ricevuto così pochi voti che quasi si vergognano.  Diverso è il disappunto dei massimi politici, che devono constatare con amarezza di aver perso la metà dei voti, e in queste elezioni erano tanti.  Il loro lavoro non è stato premiato?  Sono stati puniti per il loro partito?  Hanno urlato poco?  Tuttavia, è raro che gli Assessori in carica vengano semplicemente esclusi dal parlamento provinciale e questo è esattamente ciò che ha fatto qualcuno che si aspettava di essere rieletto, Massimo Bessone, che era il volto più noto della Lega nel governo provinciale, quello con cui trattare.  Ora si sta leccando le ferite e non riesce a capire come sia potuto accadere.  Si dice che abbia pianto, lo capisco, perché Bessone si sentiva molto a suo agio nel suo ruolo di consigliere regionale; era la realizzazione di un sogno politico.  Era incredibilmente operoso, sempre in movimento e gestiva con piena soddisfazione le sue agende edilizie, immobiliari, patrimoniali e catastali.  E mentre era al servizio del popolo, aprendo cantieri e organizzando e gestendo bene il patrimonio della Provincia, probabilmente ha dimenticato che anche lui apparteneva a un partito che cominciava a lacerargli la poltrona.  Un gioco di potere tipico dei partiti.  Soprattutto nelle piccole fazioni, le gelosie si sviluppano rapidamente e si trasformano in malizia.  Durante la campagna elettorale leghista, Bessone è stato tagliato fuori, non inviato a convegni e dibattiti, arrivando addirittura a escluderlo dalle foto scattate durante le tante visite dei big leghisti nazionali.  Brutta storia!  Quando divenne chiaro che la Lega sarebbe stata rappresentata solo con due seggi nel parlamento regionale, iniziarono gli accoltellamenti, che non portarono fortuna ad entrambi i candidati leghisti; entrambi rimasero fuori dalla porta.  Evidentemente il partito aveva dimenticato che fu proprio questo Massimo Bessone a far uscire la Lega dall’ombra di cui godette per anni in Alto Adige.  Dopo la disputa con Elena Artioli, che prese tutto il potere e si sbarazzò del popolo leghista, seguì una lunga diaspora.
L’attuale governatore del Trentino, Maurizio Fugatti, ha amministrato provvisoriamente Bolzano fino al 2017, quando Matteo Salvini, il nuovo uomo forte della Lega, ha nominato Massimo Bessone commissario per l’Alto Adige.
Con Bessone la Lega altoatesina riconquistò la propria autonomia locale.  Ebbe così inizio l’ascesa fulminea di quest’uomo tranquillo e riservato, che irradiava molta pace interiore e per questo era molto amato dalla gente e anche nel comune di Bressanone.  Massimo Bessone ha fatto la sua prima grande apparizione come candidato al Senato nelle elezioni politiche del 2018, dove la Lega Salvini ha iniziato la sua ascesa a livello nazionale con il 17% ed è stata catapultata al governo con i 5 Stelle.  Raggiungendo poi il 30%.  E questo successo nazionale è stato determinante anche per il grande successo della Lega alle elezioni provinciali del 2018, dove il partito, guidato da Bessone, è stato eletto da 31.515 altoatesini, un impressionante 11,1% e quattro deputati al parlamento regionale.  Bessone ha faticosamente dato al partito un nuovo profilo e si è concentrato sulle questioni locali.  L’elezione è stata un grande successo anche personale per Bessone: è stato il primo eletto con 4.398 voti di preferenza, seguito da Giuliano Vettorato con 3.001 voti, che però apparteneva all’altra ala del partito.  Perché c’è sempre un problema con i partiti: non appena ottengono un piccolo successo, iniziano le lotte per il potere.  Vettorato venne premiato, divenne vicegovernatore e ricevette gli apprezzamenti pesanti, Bessone quelli facili.  Bessone, nonostante la delusione, si gettò nel lavoro con grande impegno, sempre coadiuvato dall’operosa Anna Pitarelli, sempre impegnato a servire il bene della Provincia.  Bessone è un uomo molto serio e molto premuroso.  Ama l’Alto Adige, ha una moglie tedesca e si preoccupa soprattutto di risolvere i problemi della Provincia, anche se tiene sempre conto dei grandi temi nazionali della Lega, come il problema dell’immigrazione e della sicurezza, e li integra nel la sua attività politica incorporata.  Adesso la Lega è scomparsa nel parlamento statale, l’unico mandatario non è nemmeno leghista, ma appartiene ad una lista civica.  Bessone piange e si gode gli ultimi giorni a palazzo.  Il servitore ha fatto il suo dovere, il servitore può andarsene!  L’intera provincia ricorderà l’Assessore provinciale con il sorriso accattivante.  Ma, si può ripartire da Bressanone, dove si avvicinano nuove elezioni.

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