La solita polemica della Südtiroler Freiheit, preoccupata dei moscerini negli occhi, ma con una trave conficcata in testa.
Anche stavolta, non può passare inosservata la solita propaganda del partito separatista Südtiroler Freiheit. Da giorni, infatti, in tutte le fermate degli autobus dell’Alto Adige campeggiano i loro manifesti polemici, nel solco di una tradizione comunicativa che ben conosciamo, quella del partito fondato da Eva Klotz.
È la “solita” campagna perché non è certo la prima volta che i separatisti usano questo tipo di locandine per provocare e attirare l’attenzione. A dire il vero, considerando che in passato non hanno esitato a strumentalizzare persino un cadavere per attaccare i medici di lingua italiana, o a glorificare un attentatore, questa campagna appare quasi “innocente”, da scolaretto. Ma l’obiettivo lo raggiungono sempre: far parlare di sé. Buon per loro, se pensano che la polemica sia l’unico strumento per contare qualcosa.
Fa un po’ sorridere però, per chi come me ha passato una vita nelle vesti di normale cittadino e di politico a lavorare per la convivenza tra i tre gruppi linguistici dell’Alto Adige vedere certe assurdità.
A ridere un po’ meno sarà chi, dopo aver passato la propria esistenza a cercare di separare persone di lingua italiana e tedesca in Alto Adige, tra qualche anno si troverà a dover parlare unicamente in arabo!
Facciamo della nostra mescolanza linguistico – culturale un valore aggiunto, un esempio mondiale di convivenza, non un motivo d’astio!
Sottolineo che le mie affermazioni non vogliono essere discriminanti verso le persone di lingua araba, ma è un modo per sottolineare l’arretratezza di un pensiero, quello della Südtiroler Freiheit, non più al passo con i tempi.
Perché mentre l’Europa cambia a ritmi vertiginosi, un po’ per l’aumento dell’immigrazione, un po’ per l’andamento demografico, la percentuale degli stranieri a breve sarà talmente alta che, se proprio qualcuno vuole preoccuparsi del “diverso”, trovo sciocco che continui a fare una guerra mediatica ai simili usi e costumi italiani non accorgendosi che a breve dovrà convivere con forti rappresentanze di culture completamente diverse dalle sue.
È come avere una trave conficcata in testa e preoccuparsi di un moscerino nell’occhio.
Massimo Bessone
Consigliere comunale della civica “SìAmo Vipiteno”
Ex Assessore provinciale Alto Adige
e Consigliere Provinciale TAA