Massimo Bessone

Assessore all'Edilizia pubblica, Patrimonio, Libro fondiario e Catasto

Amministrazione

Fermiamo questo tsunami migratorio che sta sempre più sconvolgendo il nostro modo di vivere

Dai mass media ogni giorno apprendiamo che vi è una correlazione tra la crescita dei fenomeni di degrado, delinquenza e violenza nella nostra Provincia, soprattutto a Bolzano e l’aumento degli sbarchi. Purtroppo, l’Alto Adige subisce le decisioni altrui sull’immigrazione e deve porre rimedio a un fenomeno, che è il risultato di un buonismo eccessivo nel nostro bel Paese. Per anni abbiamo subito il buonismo ostentato dalla sinistra, quando era al governo, che ha permesso a tutti di entrare nel nostro Paese senza controlli ai confini, senza regolamentare l’immigrazione o proporre soluzioni. Gli sbarchi incontrollati hanno messo in moto un sistema di commercio e sfruttamento di esseri umani difficile da smantellare, tant’è che ancor oggi stiamo subendo le conseguenze delle scelte troppo permissive di una sinistra buonista nelle parole, inconcludente nei fatti.

In questi anni sono cambiati i governi, ma il problema persiste. Attualmente abbiamo un esecutivo guidato da Giorgia Meloni, ma gli sbarchi non sono diminuiti, anzi stanno via, via aumentando. Troppo è ancora il buonismo e troppa è la paura di volersi imporre dinnanzi a un’Europa che non ci aiuta, che finge di collaborare, ma nei fatti lascia l’Italia sola in balia di un problema così grave, un dramma internazionale. C’è stato solo un leader, Matteo Salvini, che quando era Ministro degli Interni ha fatto il bene dell’Italia, agendo con fatti concreti contro un’immigrazione eccessiva. È riuscito a fermare gli sbarchi, ma è stato perseguitato dalla giustizia. Una giustizia che, con questo fare, condiziona ora chi al vertice del Ministero degli Interni teme di fare la stessa fine.

Oltre a vivere in uno Stato troppo liberista e troppo garantista, in uno Stato che non si è mai riuscito ad imporre contro l’Europa, abbiamo anche il timore nell’agire negli interessi del nostro Paese. L’Europa non può obbligarci ad accogliere tutti, a farcene carico e poi chiudere i confini verso l’Italia. Giusto istituire i Centri per il rimpatrio per chi delinque. Un sì deciso alle espulsioni. Si deve lavorare su più fronti perché i centri di rimpatrio non bastano a risolvere il problema. Bisogna agire alla fonte, con controlli rafforzati ai confini e blocchi nei Paesi di origine, con il blocco navale e sanzioni.

Intendiamoci, queste povere persone non devono morire in mare, ma nemmeno devono diventare schiavi in balia dei trafficanti, venduti come merce per arricchire la malavita. Bisogna investire nei loro Paesi d’origine, dobbiamo impedire gli arrivi incontrollati ed illegali, per fermare questo tsunami migratorio. Se si fermano gli sbarchi, le persone non partono più dall’Africa, non muoiono in mare, non vengono sfruttate dagli scafisti. L’Italia è carente della certezza della pena, in pochi pagano per i reati commessi e le forze dell’ordine non sono aiutate e tutelate, non possiamo permetterci questa entropia.

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